IL FANCIULLO E LA FARFALLA
La storia che racconto ha una memoria
che si perde nel tempo del domani
e parla di un fanciullo fortunato
e di una farfallina colorata.
Un giorno si incontrarono su un prato
ed il prodigio fu che il fanciulletto
capiva le parole fioche fioche
della piccola e tenera farfalla.
Ed il piccino allor le raccontò
le pene del suo viver quotidiano:
la madre che non gli parlava spesso ,
il padre troppo rigido e severo,
gli amici pochi invero e un poco sciocchi
e la fanciulla bionda della scuola
che tanto lui ammirava ma che invece
non lo degnava della sua attenzione.
La piccola farfalla vagabonda
lo rimirava e lo trovava strano,
questo fanciullo ancor così vivace
le metteva tristezza e la sua vita,
che pure era all’inizio, già sembrava
segnata a diventare un solo affanno.
Poi il giovane le chiese:” e tu farfalla?
Com’è la vita tua tra i fiori e l’erba?”
Lei ci pensò un istante un po’ confusa
‘che in verità non avea mai pensato,
né tanto meno aveva riflettuto
su una cosa sì magica e infinita.
Alla fin fine disse: “sono viva”
e tutto era già chiaro in due parole.
Poi si voltò a guardare un fiorellino,
non seppe più resistere al richiamo
e non più triste e certo non confusa
volò verso quel fiore delicato.
Restò muto il fanciullo a rimirarla
e in un istante tutto prese forma.
A nulla serve arrovellar la mente
e la tristezza sol da lì deriva.
“Io sono viva” disse la farfalla
e questa è la segreta comprensione
del moto vero che vive il presente
in esso ritrovando la ricchezza
dell’Infinito vivo in un istante.
ELIAN* 17/8/2012